A venir con la nave, e dentro al porto 1230Legarne i cavi. E quei discesi un’ara
A Febo sbarcator poser su ’l lido,
E gli fêr sacrificio. Il re donolli
Di che avean d’uopo, e vin giocondo e agnelli,
Poi che imposto un oracolo gli avea, 1235Quando giunga d’eroi nobile stuolo,
Tosto movergli incontro umanamente,
Nè pensar contrastargli. A lui le gote,
Come a Giasone, il primo pel fiorìa;
Nè di prole allegrarsi ancor la sorte 1240Gli concedea: nuova del parto al duolo
Era ancor Clite dalla bella chioma.
Figlia al Percosio Merope, che moglie
D’assai doni dotata ei dalla casa
Del padre suo novellamente addusse1 1245Dal paese a rincontro. Ed or dal letto
Pur si togliendo della cara sposa,
Diessi con quelli a convivar, gittata
Via dal cuore ogni tema. E qui l’un l’altro
Interrogar; lui del viaggio il fine 1250E di Pelia i comandi inchieder loro;
Essi contezza dimandar de’ luoghi
Circonvicini, e di quell’ampia tutta
Propontìaca marina. Il re non seppe
Satisfar pienamente a tante inchieste; 1255E de’ Minii, al mattin, parte su l’alto
Dindimo ascese ad esplorar le vie
↑Var. al v. 1244. Del padre avea novellamente addotta,