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libro i. 45

     Di sei fornito poderose braccia.
     Due nelle late spalle, e l’altre quattro
     1205Inserte sotto negli enormi fianchi.
     L’istmo e il piano aggiacente i Dolïoni
     Abitavano, e regno avea sovr’essi
     D’Enèo Cizico Aglio, a cui fu madre
     La prole un dì del divo Eusóro, Eneta.1
     1210Nè que’ giganti, anco sì forti e fieri,
     Punto ad essi nocean; chè li protegge
     Il favor di Nettuno, onde già tempo
     De’ Dolïoni originò la schiatta.
     A questo lido Argo afferrò sospinta
     1215Da’ Tracii venti, in un bel porto accolta;
     Quivi al senno di Tifi obbedïenti,
     La gomena slegâr dall’ancorale
     Troppo picciola pietra, ed appo il fonte
     Lasciaronla d’Artace, e un altro sasso
     1220Preser più ponderoso e meglio ad uopo;
     E quella un giorno poi, giusta un responso
     Del Lungi saettante, e come è rito,
     Fu da’ Jonii Nelìdi consacrata
     A Pallade Giasonia. Amicamente
     1225I Dolïoni e Cizico egli stesso
     Iti incontro, e che gente erano quelli
     Inteso appena, e qual passaggio, ad essi
     Ospizio offrîro, e gl’invitâr più innanzi

  1. Var. ai v. 1207-1209. Abitavano, e re v’era d’Enèo
    L’eroe Gizico figlio, a cui fu madre

    Eneta, figlia dell’illustre Eusoro.