Di là, vogando, del Melàno golfo
N’andâr per le cupe onde, e quinci il lido1
Avean de’ Traci, e sorgea quindi in faccia 1180D’Imbro la terra; ed alla punta estrema
Venìan del Chersoneso al sol cadente.
Spirando allora agevol noto, al vento
Dispiegaron le vele, e sì nell’alte
Correnti entrâr dell’Atamantid’Elle; 1185E dietro nel mattin l’Egeo lasciato,
Nella notte solcâr l’onda rinchiusa
Dalla spiaggia Retèa, tenendo a destra
L’Idea contrada. E la Dardania riva
Oltrepassando, spinsero la prora 1190Verso Abido e Percote, e via l’arene
Varcâr d’Abarni e Pitièa divina;
E la notte, poggiando ed orzeggiando,2
Ita innanzi la nave, alfin da’ cupi
Bruni flutti uscì fuor dell’Ellesponto. 1195Alta nella Propòntide s’avanza
Un’isola, che un istmo all’ubertoso
Suol di Frigia congiunge. Ha doppia spiaggia
Di buona rada ove l’Esepo ha foce;
Evvi anche il monte, a cui degli Orsi nome 1200Dan li presso abitanti, e stanza in quello
Han selvaggi Terrigeni feroci,
Meraviglia a veder, poi ch’è ciascuno