990E l’amorosa vergine s’allegra,
Che n’augura il venir del giovin caro
Fra’ stranieri abitante, a cui la serbano
Già fidanzata i genitori suoi:
Tal presso alla città muove l’eroe, 995E poichè fu di quella entro le porte,
Con plaudente tumulto a lui da tergo
S’affollaron le donne. Ei grave, e gli occhi
Al suol bassi, procede infin che giunge
D’Issipile al palagio. Al suo mostrarsi 1000Spalancaron le ancelle ambe le d’assi
Con bel lavor compaginate imposte;
Indi Ifinoe l’addusse in bel loggiato,
E in lucido l’assise agiato seggio
Di contro alla regina. Ella, abbassando 1005L’onesto sguardo, colorò le gote
Di virgineo rossore, e con modesto1
Garbo queste parlò blande parole:
Ospite, a che fuor delle mura ancora
State indarno così? D’uomini è priva 1010Questa città, poi che di qua migrando
Iti sono ad arar fertili campi
Su ’l Tracio continente. E dirò tutta
Qual veramente la sventura avvenne,
Perchè nota pur anco a voi ben sia.2