Ne ritorna alla Grecia. A te su l’ara
Sacrificio farem di tanti tauri 520Quanti di là ritorneremo; ed io
Doni splendidi in copia a Delfo e a Delo
Ti recherò. Da noi benigno intanto,
O lungi-saettante, accogli questa
Che t’offeriam, di vittime primizia 525Al salir della nave. Or deh ch’io sciolga
Le funi, o re, con non infausta sorte
Per favor tuo! Spiri serena un’aura
Che ne veleggi per le vie del Ponto!
Disse e devotamente il salso farro 530Sparse. A’ due tauri il poderoso Anceo
Ed Ercole accostârsi; e questi all’uno
Diè con la clava in mezzo della fronte
Tale un colpo, che a terra piombò morto
Subitamente; Ancéo tagliò dell’altro 535Con la ferrea bipenne i grossi nervi
Del largo collo; e quel, sangue sgorgando,
Stramazza, e batte con le corna il suolo.
Tosto gli altri a sgozzarli ed a scuojarli
Ed a scinderli in parti, e via tagliate 540Le sacre cosce, e tutte avvolte in falde
D’adipe doppie, in su le schegge ardenti
Ad abbrostir le posero. Giasone
Sparge le prette libagioni; e il vate
Idmon gioisce in osservar di viva 545Luce su l’ara lampeggiar la fiamma,
E faustamente in bruni giri il fumo