E m’opporrò ch’altri di noi s’elevi
A tal grado. Sol quei che questo stuolo
Ha qui raccolto, a questo stuolo imperi.1
Tale spiegò nobil sentenza Alcide, 440E lodaronla tutti. Il valoroso
Giason sen piacque, e surto in piè, siffatto
Disse a quegli animosi incitamento:
Se del comando il glorioso incarco
Voi date a me, più alla partenza indugi 445Non frappongansi ormai. Tosto d’Apollo
Con sacrificii si propizii il nume,
Poi le mense apprestiamo. E mentre i servi
Che alle mie stalle attendono, verranno
Qua conducendo i miglior bovi eletti,2 450Noi variamo la nave e d’ogni arredo
Armiamla, e il posto a ciaschedun remante
Traggasi a sorte; ed un aitar su ’l lido
Alziamo a Febo Imbarcator, che sacra
Mi fe’ promessa che del mar le vie 455M’insegnerà, se dagli onori a lui
Comincerò la commendata impresa.
Tacque, e primier si volse all’opra. Sursero
Gli altri l’esempio a seguitarne, e tratti
Di dosso i pallii, su spianato sasso 460Li ammucchiâr, cui con l’onde il mar non copre,
E sol di salsa aspergine lo spruzza,