Fatal bruto pur anco umana voce 325Fuor mandar, perchè guai, perchè infiniti
Ad Alcìmeda poi vengan dolori.
Sì le donne dicean, mentre alla spiaggia
S’avvian quelli; e le ancelle ed i famigli
Intorno a lor s’affoltano. La madre 330Al corpo di Giason si tenea stretta:
Acuto duol feria ciascuna; e in letto
Giacente il padre per egra vecchiaia
S’avvoltò fra le coltri, e tutto ascoso
Gemea. Giasone d’acquetar s’adopra 335Il dolor loro, e d’affidarli; e a’ servi
Poi le marzie recargli arme comanda;
E muti e mesti ei le recâr: la madre
Come stese ha le braccia intorno al figlio,
Così restando, dolorosamente 340Piangea, qual la fanciulla che in disparte
Stringendosi amorosa alla persona
Di canuta nudrice, e geme e plora
Ch’altri non ha che cura abbian di lei.
Ma l’è d’uopo menar vita infelice 345Sotto madrigna che testè di molti
L’aspreggiava rimbrotti: addentro in cuore
Il dolor le fa groppo, e fuor di lagrime
Non può tanto sgorgar quanto n’ha brama.
Così miseramente, al proprio figlio 350Alcìmeda avvinghiata, sospirava,
E dicea lamentosa: Oh! almen quel giorno
Ch’io di re Pelia il fier comando udii,