D’età provetto, curator del figlio 245Che giovinetto al valoroso stuolo
Così entrò di que’ prodi; e ben cred’io
Che fra lor non sarebbe altri prestante
Più di lui, tranne Alcide, ove un sol anno
Rimasto fosse in fra gli Etóli ancora.[1] 250Materno zio lo seguitava Ificlo,
Di Testio figlio, in saettar non meno
Che in pugnar di piè fermo esperto assai.
Di Lerno Olenio indi veniva il figlio
Palemonio; di Lerno, al comun detto, 255Ma di Vulcano, invero; onde mal fermo
Era in piè; ma persona e forza in lui
Niuno ardiva spregiar, sì che fra gli altri
Anch’ei di gloria era a Giason fautore.[2]
Da’ Focensi convenne Ifito, figlio 260Di Naubolo Ornitìde. Ospite egli ebbe
In sua casa Giasone allor che a Delfo
Questi movea, l’oracolo del nume
A consultar su quel naval passaggio.
Zete e Calai da poi, di Borea figli, 265Vengon, che a Borea partoriti avea
L’Erettide Orizìa là nell’estremo
Della gelida Tracia, ov’ei, rapita
Dal Cecropio terren mentre che in riva
Roteava all’Ilisso in lieto coro,