D’età provetto, curator del figlio 245Che giovinetto al valoroso stuolo
Così entrò di que’ prodi; e ben cred’io
Che fra lor non sarebbe altri prestante
Più di lui, tranne Alcide, ove un sol anno
Rimasto fosse in fra gli Etóli ancora.1 250Materno zio lo seguitava Ificlo,
Di Testio figlio, in saettar non meno
Che in pugnar di piè fermo esperto assai.
Di Lerno Olenio indi veniva il figlio
Palemonio; di Lerno, al comun detto, 255Ma di Vulcano, invero; onde mal fermo
Era in piè; ma persona e forza in lui
Niuno ardiva spregiar, sì che fra gli altri
Anch’ei di gloria era a Giason fautore.2
Da’ Focensi convenne Ifito, figlio 260Di Naubolo Ornitìde. Ospite egli ebbe
In sua casa Giasone allor che a Delfo
Questi movea, l’oracolo del nume
A consultar su quel naval passaggio.
Zete e Calai da poi, di Borea figli, 265Vengon, che a Borea partoriti avea
L’Erettide Orizìa là nell’estremo
Della gelida Tracia, ov’ei, rapita
Dal Cecropio terren mentre che in riva
Roteava all’Ilisso in lieto coro,