Mandò da Sparta lottator Polluce,
E di corsieri agitator perito
Castore: entrambo li produsse a un parto 190Di Tindaro consorte entro le case;
Ed or, benchè assai cari, il partir loro
Non disgradì, chè glorie a lor desìa,
Degne del letto, ond’ei nascean, di Giove.
D’Afarete figliuoli indi Linceo 195Venian d’Arene e il robustissim’Ida,
Ambo in gran possa arditi assai: Linceo
Famoso ancor per tal di vista acume,
Che, se il grido è verace, anco sotterra
Agevolmente discernea le cose. 200Maggior di quanti del divin Neleo
Figli nacquero in Pilo, ivi pur mosse
Periclimeno, a cui forza infinita
Diè Nettuno, e poter qual più gli piaccia
Tramutar, combattendo, aspetto e forma. 205Dall’Arcade contrada Anfidamante
Ne veniéno e Ceféo, che nel retaggio
D’Afidante, in Tegéa, facean soggiorno;
Ambo figli d’Aléo. Terzo li siegue
Ancéo: lo manda il padre suo Licurgo, 210Degli altri due maggior fratello. A cura
Del vecchio Aleo nella paterna casa
Sè ritenendo, a que’ fratelli suoi
Diè per compagno il proprio figlio; e questo
D’orsa Menalia entro la pelle avvolto. 215Nella destra brandìa grande una scure