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libro iv. | 277 |
D’Egina al lido. Una laudabil gara
2330Quivi surse fra lor: chi primo giunga1
Con l’attinta nell’idrie acqua alla nave;
Poi che il bisogno ed il favor del vento
Facean ressa al partire; e d’indi in poi
De’ Mirmidoni i figli anfore piene
2335Su gli omeri portando, ancor contendono
Della vittoria nel pedestre corso.
Salvete, o prole di beati eroi;
E questi carmi miei sempre più in pregio
D’anno in anno a cantar sieno alle genti!
2340Già de’ vostri travagli al glorïoso
Termine io venni: or più cimenti a voi
Non fu d’uopo durar poi che partiti
D’Egina foste, e nè di venti insurse
Nuova bufera. La Cecropia terra
2345Via passando tranquilli, e fra l’Eubea
D’Aulide il lido, e degli Opunzii Locri
Pur le città dietro lasciando, entraste
Nel porto Pegaséo festosamente.
FINE.
- ↑ Var. al v. 2330. Ivi nacque fra lor: chi giunga prima