Emergerò de’ tuoi nepoti ad uopo. —
Ciò gli venne a memoria, e consultarne
Volle Giason, che ponderando in mente
Gli oracoli d’Apollo, a lui rispose: 2305Viva! Te al certo un glorïoso attende
Eccelso onor: se quella gleba in mare
Tu getterai, faran gli dei di quella
Un’isola che fia soggiorno ai figli
De’ figli tuoi; poichè Triton la tolse 2310Dalla Libica terra, e a te la diede
Ospital dono. Altro immortal che desso
Non si fece a te innanzi, e a te la porse.
Questo disse, ed Eufemo il suo responso
Non a vuoto mandò. Lieto di quella 2315Oracolar promessa, in mezzo all’onde
Gittò la zolla, e l’isola Callista
Su da quella spuntò, sacra nudrice
De’ nepoti d’Eufemo. Essi da pria
Stanza tenean nella Sintiaca Lenno; 2320Di là cacciati dai Tirreni a Sparta
Trasmigrâr di soggiorno; e Sparta alfine
Abbandonata, all’isola Callista
Tera ne li adducea, figlio valente
D’Antesïone, e l’isola da lui 2325Tera poi si nomò. Ma fûr vicende1
Giunte da poi che più non era Eufemo.
Con presto corso, un ampio mar lasciando
Dietro sè gli Argonauti, afferrâr pria
↑Var. al v. 2325. Tera detta poi fu: vicende tutte