Rotte schegge scagliando incontro a loro
Che nel porto Dittèo spinta han la nave,
Legarne a terra non lasciò le funi.
Della bronzea radice era costui 2160(E superstite ei sol), di que’ che nati
Fûr da frassini in un co’ semidei,
E in Europa la guardia a lui di Creta
Giove assegnò, triplice giro in essa
Imponendogli far co’ piè di bronzo; 2165Chè di bronzo era desso, in tutto il resto
Del corpo invulnerabile, ma sotto
Al calcagno una vena avea di sangue
Presso alla noce, e una sottil membrana
Ha il destin di sua vita e di sua morte. 2170Dal periglio costretti e dal timore
Tosto i Minii la nave remigando
Arretrârno, e da Creta ahi! gl’infelici
E di sete e d’affanno travagliati
Iti lunge sarian, se a ritenerli 2175Così ad essi Medea non favellava:
Date ascolto al mio dire. Io penso, io sola,
Domar quest’uom, qual ch’egli sia, se tutto
Pur di bronzo abbia il corpo; immortal vita
Se non abbia però. Voi fuor del gitto 2180Delle sue pietre Argo tenete intanto,
Fin che dall’opra mia domo non cada.
Tanto disse, e al suo detto obbedïenti
Sottrassero scïando alle gittate
Delle pietre la nave, attenti a quanto