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266 argonautica.

     Irrigidì. Tutti i compagni intorno
     2015Con l’Esonide eroe stetter colpiti
     Di stupor, di dolore. Il morto corpo
     Non potè sotto il Sol per pochi istanti
     Pur rimaner; chè infracidir le carni
     Gli fe’ tosto il veleno, e dalla cute
     2020Putre umor ne gemea. Con ferree zappe
     Immantinente una profonda fossa
     Scavarono, e i compagni e le donzelle
     Si reciser le chiome, afflitti tutti
     Del suo caso infelice. In arme i prenci
     2025Tre volte intorno gli girâr; compiuta
     Quindi ogni cosa del funereo rito,
     Gli ammontâr sopra la scavata terra.
Mentre in mar venteggiava un Noto ardente,
     Saliti in nave ivan cercando un varco
     2030Ad uscir fuori del Tritonio lago;
     Ma il cercarlo era indarno, e tutto il giorno
     S’aggirarono a caso. E come il serpe
     Strisciando va per tortuosa via;
     Quando l’ignea del Sol vampa lo scalda,
     2035E fischiando qua e là dimena il capo,
     E scintille di fuoco infurïando
     Schizza dagli occhi, infin che poi s’imbuca
     Per angusto forame; Argo in tal guisa
     Una foce navale investigando,
     2040Volteggiò lungo tempo. Ed ecco un tratto
     Orfeo propon che dalla nave il grande
     Fuori si tragga tripode d’Apollo,