1870Rieder poi navigando al lido Acheo
Dato ne fia, di mille doni a voi,
Prime a voi fra le dee, di libamenti
E sacre dapi renderem mercede.
Tal con debile accento ei fèa preghiera: 1875Pietà n’ebbero quelle, e primamente
Pullular fêr da terra un cespo erboso,
Dal cespo in alto poi lunghi rampolli
Spuntar fecero, e quelli in frondeggianti
Si protesero alfine arborei rami. 1880Espera un pioppo, ed Eriteide un olmo,
Egle divenne un sacro salcio, e quali
Erano pria, tali a veder da quelle
Piante si diêro, oh meraviglia! Ed Egle
Con dolci detti al lor desìo rispose: 1885Grande a’ travagli vostri alleggiamento
Qua venne al certo ad arrecar quel fero
Tristissim’uom che del dragon custode
Spenta la vita, ne involò partendo
Delle dee l’auree poma, onde gran duolo 1890Ricadde a noi. Venuto è jeri un crudo,
Un d’ardir prepotente, e di persona
Terribile, a cui sotto a un torvo ciglio
Lampeggiavano gli occhi: indosso avea
D’un immane leon la croja pelle; 1895D’olivo in man gran mazza; e quelle frecce,
Con che ferito ha questo serpe e morto.
Or ben, colui poi che il cammino avea
Fatto pedone, ardea di sete; intorno