Di continui travagli. Orsù! con sforzo
Di tutte posse e su gagliarde spalle
Leviamla in alto, e sopportiamla addentro 1815Dell’arenoso suol vêr quella parte
Ove il cavallo il ratto piè sospinse.
Non andrà sotto terra a profondarsi,
Ma l’orme sue ne guideranno, io spero,
A qualche sen di navigabil mare. 1820L’opportuno consiglio a tutti piacque.
Così cantan le Muse; ed io ministro
Delle Pierie dee questa che udita
Ho certissima storia or canto anch’io,
Che voi, di regi o valorosi figli, 1825Con prestanza di forze e di virtude
Per le di Libia inabitate arene
Sorreggeste la nave e il tutto in essa
Su le valide spalle, e la portaste
Per ben dodici giorni ed altrettante 1830Lunghe notti. Or chi dir può la fatica
Ch’ei durâro e l’affanno? Veramente
Eran del sangue d’immortali dei,
Se tal ressero impresa, a cui li spinse
Necessità. Ma giunti a riva alfine 1835Alacremente del Tritonio lago,
Dagli omeri il naviglio in quel posâro;
Quindi simili a cani arsi di sete,
Avidamente a ricercar si diêro
Qualche fonte; chè aggiunto alla fatica 1840Erasi e all’ansia un sitibondo ardore;