Con furor vïolento erutta i flutti,
Li cacciò forte entro l’arena a tale 1640Che rimasa nell’acqua era del legno
Sol la parte postrema. Allor di nave
Balzaron fuori, e gran mestizia tutti
Occupò, non veggendo intorno intorno
Altro ch’aere, e una gran lama di terra 1645Che via via si distende, a par dell’aere,
Lontan lontano; e non ruscello alcuno,
Non sentier, non tugurio in qualche parte
Di pastor si vedea: tutto una muta
Cupa quïete possedea quel suolo. 1650L’un vòlto all’altro con animo afflitto:
E che nome (diceva) ha questa terra?
Ove spinti, ove mai n’ha la procella?
Oh perchè non ardimmo, il cuor francando
Da un insano timor, la stessa via 1655Rifar per mezzo a’ Cianei macigni?
Certo, avversante anche il voler di Giove,
Era meglio perire, un’animosa
Grande impresa tentando. Or che faremo,
Se ne astringono i venti a far qui sosta 1660Per qual sia breve tempo? ermo, deserto
Tanto questo terren lungi si stende!
Sì taluno dicea. Dal grave caso
Sbigottito, smarrito anco lo stesso
Reggitor del naviglio Ancèo soggiunse: 1665Ah di morte crudel tutti perimmo!
Scampo non v’ha. Tremendi guai soffrire