Non sia che il padre in sua terribil ira
Soffrir faccia alla figlia orrido strazio. 1440Troppo son duri alle lor figlie i padri.
Contro alla bella Antìope Nittèo
Formò truce disegno; in mar gittata
Per tristizia del padre orrendi guai
Danae sostenne; e non di qua lontano 1445Pur di recente il dispietato Echeto
Nelle pupille alla propria figliuola
Cacciò di bronzo acute punte, ed ora
Bronzo in carcere bujo macinando
La meschina di stento si consuma. 1450Così Arete pregava; e della sposa
Godeva ai detti il cuor del sire, e questa
Le fêa risposta; Arete mia, con l’armi,
Con l’armi ancora io caccerei li Colchi,
Favorendo gli eroi per la donzella; 1455Ma di Giove sprezzar temo il sovrano
Giusto giudicio; e non conviene a vile
Anco Eeta tener, come consigli;
Chè re più forte altri non v’è d’Eeta,
E lontano quantunque, a Grecia guerra 1460Porterebbe volendo. Indi un partito
Pigliar degg’io, ch’ottimo estimi ogni uomo,1
Nè a te il celo. Se ancor vergine è dessa,
Farò tornarla al padre suo; se il letto
Marital già toccò, non del marito 1465Privarla io vo’, nè a’ suoi nimici darla,
↑Var. al v. 1461. Pigliar degg’io, che savio estimi ogni uomo,