1380Soli a voi m’abbandono. Oh sciagurati
Di crudo e duro cuor, che non sentite
Nè pietà nè vergogna, or me veggendo
Di regina straniera alle ginocchia
Per disperazïon tender le braccia! 1385E sì quando a rapir quell’aureo Vello
Anelavate, avreste a guerra i Colchi
Tutti sfidato, e il fiero Eeta anch’esso;
E d’animo cadete or che di loro,
Di lor soli una banda è che v’insegue. 1390Sì dicea supplicando, e a cui prostrata
Le ginocchia stringea, quegli a fidanza
La rincorava, e le vietava il duolo;
E tutti nelle man l’aste appuntate
Scossero, e fuor delle vagine i brandi 1395Traendo, a lei di non fallir d’aita
Fêron promessa, ove incontrato avesse
Giudizio iniquo. Al faticato intanto
Stuol de’ prodi la notte sopravvenne
Dell’opre de’ mortali acquetatrice, 1400E tutta insieme addormentò la terra.
Ma di sonno a Medea nè un leggier velo
Le pupille adombrava, ed agitato
L’animo ognor le si volgea nel petto.
Come la pazïente vedovella 1405Torce il fuso di notte, e le fan lagno
Gli orfani figli intorno; ella dolente
Riga il volto di lagrime, pensando
Qual ne l’incolse miseranda sorte: