Dieno gli dei corso beato, e figli,
E onore, e gloria di cittade invitta.
Così ad Arete, gran pianto versando, 1355Ella prega prostrata; indi a ciascuno
Volgendosi de’ prenci: Io per voi (disse),
Prestantissimi eroi, per li cimenti
Vinti da voi son di terror compresa,
Io, per cui mezzo e posto avete il giogo 1360A que’ tori feroci, e quell’orrenda
Mèsse mieteste di guerrier sorgenti
Fuor della terra, io, per lo cui favore
L’aureo Vello, ad Emonia ritornando,
Recherete fra breve: or ben, quell’io 1365E patria e genitori e case e tutte
Della vita perdute ho le dolcezze,
E voi fatto ho la patria e i tetti vostri
Abitar novamente, e mirerete
De’ vostri genitori il volto ancora1 1370Con lieti occhi contenti; ma una dura
Sorte me scossa ha d’ogni orrevol lustro,
E con genti straniere errando io vado
Carca di biasmo. Ah paventate i patti
E i giuramenti violar; temete 1375La de’ supplici Erinne, e la vendetta
Pur degli dei se nelle man d’Eeta
Acerbissima pena a patir vengo.
Io non tempio, non ròcca, e non d’altronde
Ho rifugio e difesa: a voi mi volgo,
↑Var. al v. 1369. De’ vostri genitori ancor la faccia