Sotto al cui suol giacer la falce è fama 1295(Pace, o Muse, s’io narro istoria vieta
Malgrado mio!) quella, onde un dì Saturno
Le pudende del padre atrocemente
Troncò. Ma corre anco per altri un grido,
Che di Cerere diva agricultrice 1300La falce è quella. Ivi la dea già stette
Amorosa di Macri, ed a’ Titani
Ivi del grano mietere l’altrice
Spiga insegnò. — Drépani allor per nome
Detta fu quella terra, de’ Feaci 1305Sacra nudrice, ed i Feaci ei stessi
Di quel sangue d’Uran progenie sono.
Al lor lido or l’Argòa nave dal molto
Travagliar faticata a toccar viene
Con aure amiche dal Trinacrio mare; 1310E Alcinoo rege e il popol suo con sacre
Cerimonie festive ad essi fanno
Bella accoglienza. Intorno a’ Minii esulta
La città tutta, e qual di proprii figli
La diresti gioire; e anch’ei fra il popolo 1315Sì gioìan quegli eroi come se in mezzo
Fosser giunti d’Emonia. E pur su ’l punto
Fûr d’armarsi a battaglia, un tal di Colchi
Stuol numeroso approssimar fu visto,
Che del Ponto la foce e trapassando 1320Le rupi Cianée, venìan di loro
Ricercando la traccia. Essi Medea
Alla casa tornar del padre suo