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libro iv. | 239 |
Sovra l’onde così leste le Ninfe
S’aggiravano intorno al legno Argóo,
1240Mentre Teti il guidava; e quando giunse
Presso alle Piante, delle vesti il lembo
Rialzando su’ candidi ginocchi,
Surse sovra que’ sassi e in mezzo al frangersi
De’ flutti, in doppia fila a paro a paro
1245Di qua, di là fêan forza. Il fiotto in alto
Spingea la nave, e gonfia l’onda intorno
Sovra gli scogli ergendosi fremea;
E quelle or su i marosi alto levate,
D’aeree forme avean sembianza, ed ora
1250Giù inabissate nel fondo più cupo,
S’immergeano del mare. In quella guisa
Che giovinette in arenosa piaggia,
La tunica su i fianchi alto succinta,
Giocano palleggiando un tondo globo:
1255L’una dall’altra lo riceve, e all’aere
Di rimando lo balza, ond’esso a terra
Non batte mai; tal le Nereidi a gara
Or questa or quella il celere naviglio
Spingon alto su l’onde, e da que’ scogli
1260Lunge il tengono sempre, e la marea
Bolle, spuma eruttando intorno ad esse.1
Sovra la vetta d’eminente roccia,
In piè stante, e il grave omero appoggiando
Al baston del martello, il re Vulcano
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Var. ai v. 1260-1261. Ne ’l tengon lungi, e d’ogni parte ad esse
Bollendo intorno la marea spumeggia.