E con la punta della man toccando
L’Eácide Peléo (ch’era suo sposo),
Invisibile agli altri, ed a lui solo
Mostrandosi, gli disse: Or non più state 1130Seggendo qua su le Tirrenee rive.
Al nuovo dì della veloce nave
Dislegate i ritegni, alla parola
Di Giunone obbedendo ajutatrice.
Per suo comando le Nereidi tutte 1135Concorreranno a trar la nave in salvo
D’in fra le rupi che di Plante han nome.
Quinci è il vostro cammino. E tu non farmi
Conoscere ad alcun, quando me pure
Con quell’altre vedrai: poni ben mente 1140Di non più m’irritar di quando un giorno
M’hai contro a te di grave sdegno accesa.
Detto ciò, sparve a tutti sguardi occulta
Nel profondo del mare, e lui percosso
Di gran duolo lasciò, poi che veduta 1145Non l’avea più, dacchè la casa e il letto
Abbandonò di lui, forte adirata
Per cagion del divino infante Achille.
Nell’alta notte ella solea del figlio
Abbronzar su la fiamma il mortal corpo, 1150E d’ambrosia nel dì poi lo spalmava
Per rifarlo immortale, e la persona
Dalla trista vecchiaja preservarne.
Peleo dal letto insù balzando un tratto1
↑Var. al v. 1153. Su dal letto Peléo balzando un tratto,