Perchè a lor non s’avventi, e non maciulli
Quella eletta d’eroi con sue voraci
Mascelle orrende. Or ben, tu stessa in quello 1100Stretto passo mortal guida la nave.
Disse, e Teti a rincontro: Ove stia queto
L’ardor vorace del Vulcanio foco,
E queti siano i turbinosi venti
Veracemente, io con fidanza (avversi 1105Anco i flutti mi sieno), io, sì, prometto,
Di Zeffiro spirando il lene fiato,
Quella nave salvar; ma tosto è d’uopo
Che a percorrere io prenda immensa via
Le mie sorelle a ritrovar, che all’opra 1110Mi sovvengan d’aita, e là pur vada
Ove sta quella nave, a fin che i prenci
Pensino a sciorre all’albeggiar del giorno.
Disse, e dal Ciel giù ne’ cerulei gorghi
Del mar tuffossi. Ivi a soccorso appella 1115Le Nereidi sue suore; ed elle accorrono
Alla chiamata. Annunziò Teti a loro
Di Giunone i comandi, e tostamente
Le mandò tutte al mar d’Ausonia; ed essa
Più rapida del lampo e più de’ raggi 1120Che il Sol vibra dall’alto insù la terra,
Via via per l’acque agilemente corse
Fin che pervenne sulla spiaggia Eea
Del Tirren continente. Ivi gli eroi
Trovò presso alla nave a dilettarsi 1125Col disco intesi, e col tirar dell’arco;