Indi il tempo li scerse e li distinse
In diverse famiglie: or ben di quelli
Era tal la natura, onde gli eroi
Meravigliâr; quindi l’aspetto e gli occhi 900Affisando di Circe, agevolmente
Lei conobber sorella esser d’Eeta.
Ella, poi che rimossa ebbe la tema
Della notturna visïon, rivolse
Addietro i passi, e con la man cortese 905Fe’ lor maligno insidïoso invito
Di seguitarla; ma lo stuol de’ prenci
Di Giasone a’ comandi obbediente
Immoto stette. Il duce ei sol, con esso
La Colchica donzella, in via si mise, 910E proseguir fin che alla nobil casa
Giunser di Circe. Ella in suo cuor sospesa
Su ’l venir loro, di seder gl’invita
Sovra splendidi seggi; ma que’ due
Taciti, muti, al focolar di tratto 915S’addrizzarono, e come d’infelici
Supplici è rito, vi s’assiser sopra,
La vergine velandosi con ambe
Mani la fronte; ei vòlta al suol la punta
Del gran brando che al figlio avea d’Eeta 920Dato morte; nè l’uno ardìa, nè l’altra
Con aperte palpebre inalzar gli occhi.
Tosto Circe avvisò che per reato
Di sparso sangue a lei venian fuggiaschi;
E del Giove de’ supplici la santa