Chè due tripodi già Febo donati
Ebbe a Giason, quando alla sacra Delfo 700L’oracolo andò questi a consultarne
Su cotesto passaggio; e fato egli era
Che la terra, in che posti erano quelli,
Mai non vengan nimici a disertarla.
Però quel tuttavia presso all’illustre 705Illéa città ben giù nel suol profondo
Riposto sta, perch’uomo alcun no ’l vegga.
Or là i Minii più il re non trovâr vivo,
Illo, cui partorì Mélite bella
Tra’ Feaci ad Alcide — Alcide un giorno 710Di Naesiroo venuto era alla reggia
Là nell’isola Macri (a cui diè nome
La nudrice di Bacco) il fiero eccidio
Ad espiar de’ proprii figli, e quivi
Preso d’amore deflorò la Najade 715Mélite dell’Egèo fiume figliuola,
Ch’indi il forte Illo partorì. Ma questi
Poi che adulto si fe’ stanza non volle
Più in quell’isola aver sotto al cipiglio
Di Nausitoo regnante, e di Feaci 720Tolto seco un drappello, il Cronio mare
Prese a solcar, dal re Nausitoo stesso
Fornito ad uopo. E qui ristette, e morto
Fu da’ Méntori poi, mentre a difesa
Di sue mandre pascenti ei combattea. 725Ma come, o Muse, della Nave Argóa,
Come splendide ancor memorie e segni