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220 argonautica.

     Chè due tripodi già Febo donati
     Ebbe a Giason, quando alla sacra Delfo
     700L’oracolo andò questi a consultarne
     Su cotesto passaggio; e fato egli era
     Che la terra, in che posti erano quelli,
     Mai non vengan nimici a disertarla.
     Però quel tuttavia presso all’illustre
     705Illéa città ben giù nel suol profondo
     Riposto sta, perch’uomo alcun no ’l vegga.
     Or là i Minii più il re non trovâr vivo,
     Illo, cui partorì Mélite bella
     Tra’ Feaci ad Alcide — Alcide un giorno
     710Di Naesiroo venuto era alla reggia
     Là nell’isola Macri (a cui diè nome
     La nudrice di Bacco) il fiero eccidio
     Ad espiar de’ proprii figli, e quivi
     Preso d’amore deflorò la Najade
     715Mélite dell’Egèo fiume figliuola,
     Ch’indi il forte Illo partorì. Ma questi
     Poi che adulto si fe’ stanza non volle
     Più in quell’isola aver sotto al cipiglio
     Di Nausitoo regnante, e di Feaci
     720Tolto seco un drappello, il Cronio mare
     Prese a solcar, dal re Nausitoo stesso
     Fornito ad uopo. E qui ristette, e morto
     Fu da’ Méntori poi, mentre a difesa
     Di sue mandre pascenti ei combattea.
725Ma come, o Muse, della Nave Argóa,
     Come splendide ancor memorie e segni