555E Bacco al proprio suo figliuol Teonte
Ne fe’ dono, e ad Issipile lasciato
Fu poi da questo; ella con altri e molti
Lavorii prezïosi ospital dono
A Giason lo porgea, peplo che mai 560Del contemplarlo e con la man toccarlo
Non ne potreste sazïar la dolce
Compiacenza; e da quello anche una diva
Fragranza uscìa, da poi che il Nisio sire
Suvvi ei stesso corcossi ebro di vino 565E di nettare, il bel petto palpando
Della Minoide vergine, da Creta
Pria con Téseo venuta, e su la spiaggia
Poi dell’isola Dia da lui lasciata.
Con gli araldi Medea ragionamento 570Tenea, lor con bel modo insinuando
Che appena al tempio della diva Absirto
Giunga al colloquio convenuto, e l’atro
Bujo diffuso abbia la notte intorno,
Ne partan essi, a fin che ordir segreta 575Possa trama con lui di tôrre a’ Greci
L’aureo gran Vello, indi con lui d’Eeta
Alle case tornar, d’onde per forza
A que’ stranieri a via menar l’han data
Di Frisso i figli. — E poi che lor ciò disse, 580Tal per l’etra e nell’aure una potenza
Di lenïenti farmachi profuse,
Che pur da lungi e dagli eccelsi monti
Attratto avrebbe anche un’agreste fiera.