Più n’avremo dolor se te, morendo,
Preda a coloro abbandonar n’è forza.
Or questo accordo altro non è che inganno
Per trar quello a perir; nè per te sola 530Più daranno i vicini a’ Colchi aita,
Se lor manca il signor, quei che si vanta
Propugnatore e fratel tuo; nè pugna
Con soli i Colchi io canserò, se tôrre
Tenteran del ritorno a me la via. 535Sì blandendo la venne. Ella un funesto
Pensamento proferse: — Or ben, m’ascolta.
Poi che commesso ho il primo fallo, e rea
Per impulso divin fatta mi sono,
All’altre colpe aggiunger questa or vuolsi. 540Tu dell’oste de’ Colchi al movimento
Procaccia opporti; io nelle mani tue
Colui venirne alletterò con arte
(Di bei doni e d’onor tu l’accarezza),
Se pur quinci a partir potrò gli araldi 545Persuader, sì che da tutti solo
Meco ei rimanga a favellar: tu allora
(Se ciò ti giova, io no ’l ti vieto) a lui
Dà morte, e movi indi battaglia a’ Colchi.
Ambo sì convenuti, il grande inganno 550Composero ad Absirto, e a lui di molti
Mandâr doni ospitali e il sacro anch’esso
D’Issipile aggiungean purpureo peplo,
Che a Bacco già nella marina Dia
Elle stesse tessean le dive Grazie,