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210 argonautica.

     410Abbandonâr nelle vicine lande
     Via fuggendo i pastori esterrefatti
     Di quelle navi all’inusata vista,
     Qual se marini immani mostri emergere
     Visto avesser dall’onde, chè navigli
     415Mai più veduti non avean nè a’ Traci
     Misti gli Sciti, nè i Sigini mai,
     Nè i Grancenii, nè i Sindi intorno al vasto
     Laurio campo abitanti. Avean già i Colchi
     L’Angùro monte e il più lontano scoglio
     420Del Cauliaco passato; incontro a cui
     L’Istro si scinde a due mari converso,
     E il Laurio piano anch’esso, e dentro poi
     Al Cronio mare entrati, a impedir tutti
     Diêrsi i varchi e le vie, perchè d’ascoso
     425Non passin quelli; e quei venian lor dietro
     Giù per lo fiume, e riuscîr d’appresso
     Alle due Brigeïdi isole sacre
     Alla diva Dïana. Era nell’una
     Il delubro di lei; sceser nell’altra
     430Cauti i Minii a scansar l’ostil d’Absirto
     Turba seguace, chè occupar s’astenne
     Di tante in quel paraggio isole sparse
     Sole pur quelle due, per riverenza
     Della figlia di Giove; e l’altre tutte
     435Affollate di Colchi i passi al mare
     Precludean tutti; ed altre isole ancora
     Di lor genti occupâr fin dove è il fiume
     Di Salancone, e de’ Nestei la terra.