270Taglia le amarre, indi alla vergin presso
S’assise a fianco del nocchiero Anceo.
Spingono il legno i rematori, e fanno
Per uscirlo del fiume impeto e foga.
Chiari al barbaro Eeta e a’ Colchi tutti 275Eran già di Medea l’amore e l’opre,
E già il popolo tutto a parlamento
Accoglievasi in arme. E quanti in mare
Flutti solleva il procelloso turbo,
O quante dalla selva a terra cadono 280Foglie d’autunno (e chi contar le puote?)
Tanti in numero i Colchi schiamazzando
Passâr del fiume oltre le rive. Eeta
Su bel cocchio venìa fastosamente
Con cavalli, onde il Sole a lui fe’ dono, 285Pari a’ soffii del vento: alto sostiene
Col manco braccio un tondo scudo: lunga
Face di pino ha nella destra, e a canto
Grande un’asta gli sta: de’ corridori
Regge Absirto le guide. In là già molto 290Fendea la nave il mar, spinta da forti
Remiganti, e dal corso in giù portata
Di quel gran fiume. Allor levando Eeta
Nel dolor di tal caso alto le mani,
Il Sole e Giove a testimoni invoca 295Di sì reo fatto, e fieramente a tutto
Il suo popolo intima, ove a lui presa
O su la terra o sovra l’onde in nave
Non adducan la figlia, ed ei non possa