E v’accorre ciascun desideroso
Di toccarla e tenerla entro sue mani;
Ma lo vieta Giasone, e quella in nuovo
Drappo rinvolge; insù la poppa asside 245Poi la donzella, e così parla a tutti:
Non s’indugi, o compagni, a far ritorno
Al patrio lido. Il grande affar che un tanto
Travaglioso passaggio imprender fece,
E ne diè tanti affanni, è faustamente 250Per opra e senno di Medea compiuto.
Lei, che pur lo desìa, nelle mie case
Io condurrò consorte mia; ma voi
Qual si fu generosa ajutatrice
E di tutta la Grecia e di voi stessi, 255Salvatela; chè assai forte ho sospetto
Che dal fiume a impedirne in mar l’uscita
Sopravverrà con molte genti Eeta.
Parte or dunque di voi su i banchi assisi
Fate sforzo di voga, e l’altra parte 260Protendendo gli scudi a far riparo
Dagli ostili projetti, difendete
Della nave il viaggio. I figli nostri,
La patria cara, i venerandi padri
Ora in man son di noi: Grecia in noi fonda 265O d’ignominia o d’alto onor l’acquisto.
Disse, e vestì le bellich’armi. Un grido
Alzâr tutti d’assenso, invasi tutti
D’un divino ardimento; ed esso, il brando
Tratto dalla vagina, immantinente