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204 argonautica.

     E v’accorre ciascun desideroso
     Di toccarla e tenerla entro sue mani;
     Ma lo vieta Giasone, e quella in nuovo
     Drappo rinvolge; insù la poppa asside
     245Poi la donzella, e così parla a tutti:
Non s’indugi, o compagni, a far ritorno
     Al patrio lido. Il grande affar che un tanto
     Travaglioso passaggio imprender fece,
     E ne diè tanti affanni, è faustamente
     250Per opra e senno di Medea compiuto.
     Lei, che pur lo desìa, nelle mie case
     Io condurrò consorte mia; ma voi
     Qual si fu generosa ajutatrice
     E di tutta la Grecia e di voi stessi,
     255Salvatela; chè assai forte ho sospetto
     Che dal fiume a impedirne in mar l’uscita
     Sopravverrà con molte genti Eeta.
     Parte or dunque di voi su i banchi assisi
     Fate sforzo di voga, e l’altra parte
     260Protendendo gli scudi a far riparo
     Dagli ostili projetti, difendete
     Della nave il viaggio. I figli nostri,
     La patria cara, i venerandi padri
     Ora in man son di noi: Grecia in noi fonda
     265O d’ignominia o d’alto onor l’acquisto.
Disse, e vestì le bellich’armi. Un grido
     Alzâr tutti d’assenso, invasi tutti
     D’un divino ardimento; ed esso, il brando
     Tratto dalla vagina, immantinente