75Non io dunque, non sola io vo furtiva
Di Latmo all’antro, e non d’amore io sola
Per lo vago mi struggo Endimione.
Ben sovente a’ tuoi carmi incantatori
Per la nostra amistanza io mi ritrassi 80Te lasciando tranquilla in notte buja
I veneficii tuoi, tue dilette opre,
Esercitar: còlta tu stessa or fosti
D’egual malore: un demone molesto
Grave angoscia ti fece esser Giasone. 85Or va: tu ancor, benchè sì accorta e saggia,
Soffrir d’amore i duri affanni impara.
La dea sì disse, e ratto i piè per via
Portavan l’altra. Alacremente il margo
Soprammontò del fiume, a sè di contro 90Lucer veggendo uno splendor di foco,
Cui nella notte ardean gli eroi festanti
Per la bella vittoria. Un alto grido
Ella mise fra l’ombre a chiamar Fronti
Di là dall’altra ripa, il minor figlio 95Ch’era di Frisso. Egli e i fratelli suoi
E lo stesso Giason della fanciulla
Avvisaron la voce; stupefatti
Fecer tutti silenzio immantinente,
Chè argomentâr quel ch’era in vero. Il grido 100Tre volte ella iterò; Fronti tre volte,
Esortanti i compagni, a lei rispose,
E gli eroi prestamente incontro ad essa
Sospinsero la nave. E ancor gittato