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LIBRO IV.
Della vergin di Colco ora tu stessa
Dimmi l’angosce e i pensamenti, o Musa,
Figlia di Giove: in me la mente ondeggia
Nell’incerta credenza o se per trista
5Forza d’amore o per fuggir vergogna
Essa il popol de’ Colchi abbandonava.
Entro la reggia co’ primati suoi
Tutta la notte consultando Eeta,
Ordiva a’ Minii enorme inganno, in cuore
10Per lo vinto certame ardendo d’ira;
Nè il successo credea senza alcun’opra
Delle proprie sue figlie. Avea Giunone
Un timore affannoso in cuor gittato
A Medea, che tremava a par di damma,
15Cui tra le macchie di fonda foresta
Vociar di cani esterrefece; e tosto
Argomentò che non occulta al padre
Rimasta sia la data aita, e ch’ella
Tutta in breve a patirne avrà la pena.