1780Disco immane di Marte, e cui da terra
Punto pur non avrian quattro robusti
Giovani sollevato; ed ei con mano
Abbrancollo, e ben lunge in mezzo a quelli
Lo slanciò di gran forza; indi acquattossi 1785Senza timor dietro lo scudo. I Colchi
Schiamazzâr con fracasso a par del mare
Che frange e freme a scabri scogli incontro,
Ma del gran masso alla gittata attonito
Stette Eeta. I giganti un sovra l’altro1 1790Corsero urlando come presti cani,
Strage a far l’un dell’altro, e su ’l materno
Campo cadean sotto lor aste, a guisa
Di pini o querce che trabocca a terra
Turbinosa bufera. E qual si spicca 1795Un fulgid’astro illuminando il cielo
Di lunga riga, meraviglia all’uomo
Che per lo tenebroso aere lo vede
Raggiando trasvolar; tal su i giganti
Precipitar d’Esòn si vide il figlio. 1800Nuda in pugno ha la spada, e taglia e miete
Rinfusamente e quei che fuor del suolo
Sporgeano ancor con solo il ventre e i fianchi,
E quei che con le spalle, e a cui già tutta
Fuori sta la persona, e chi già corre 1805A far battaglia. E come avvien che quando
Rumoreggia la guerra insù ’l confine,
Paventando il villan non gl’inimici
↑Var. al v. 1789. Stette Eeta. I giganti l’un su l’altro