Mettean, sbuffando ardenti fiamme, e rapido
Come folgore, il foco a lui s’avventa, 1695E lo investe; ma il farmaco lo salva,
Di che Medea fornillo. Al destro toro
Abbrancò in alto il corno, e con sue tutte
Forze gagliardamente strascinollo
Fin presso al bronzeo giogo, e là col piede 1700Forte spingendo i piè di quello addentro,
Il fe’ cader su le ginocchia al suolo;
E l’altro ancor, che ad assalirlo viene,
Fa con pur solo un simil colpo a terra
Inginocchiar. L’ampio suo scudo allora 1705Via gittato, con l’un braccio e con l’altro
L’un di qua, l’un di là fermi li tenne
Sovra i ginocchi anterïor prostrati,
Tuttochè avvolto entro una fiamma. Eeta
Tanto d’uomo vigor meravigliava; 1710E i Tindàridi allor (che a ciò commessi
Erano già) recâr da terra a lui
Quel giogo; ed ei su le cervici a’ tori
L’assettò, lo legò; poi sollevando
Dell’aratro il timon greve di bronzo, 1715L’infilò nell’anello ivi pendente
Del giogo in mezzo. I due germani indietro
Si ritrasser dal foco appo la nave;
Ed ei, lo scudo rilevando, al tergo
Lo si appese, e il ripien d’aguzzi denti 1720Elmo ripiglia, e la lunghissim’asta,
Con la qual poi nel mezzo a’ fianchi i tori