Saltò fuori al cimento. In man si tolse 1665Il lucido di bronzo elmo ricolmo
De’ denti aguzzi, ed alle spalle il brando
Sospese, e nuda ha la persona, a Marte
Nelle forme simile e all’almo Apollo.
Girò l’occhio su ’l campo, e il bronzeo vide 1670Giogo de’ tauri, e col dental l’aratro
Di saldo acciajo; indi avanzossi, e in terra
Piantò dell’asta la ferrata punta,
E il ripieno elmo ivi posò; poi mosse
Con lo scudo proteso innanzi il passo, 1675L’orme de’ tori investigando; ed ecco,
Repente fuor da sotterranea buca,
Ove l’orride stalle eran di fumo
Fuliginoso in ogni parte involte,
Quelle due fiere eruppero soffiando 1680Vampe di foco. Ebber gli eroi spavento;
Ma il pro’ Giasone incontro a lor piantossi
Su gli allargati piè saldo qual rupe
Che in mar sta immota agl’irrompenti flutti
Nelle orrende tempeste. A sè dinanzi 1685Parò lo scudo; e quei mugghiando a gara
Vi cozzâr dentro con le forti corna;
Ma nè un punto lo smossero. Conforme
A ben costrutti mantici di cuojo
Che alternando il soffiar nelle fornaci 1690Fan più vivido il fuoco, e un cupo fremito
Rombar s’ode, dal fondo uscendo il vento;
Sì que’ feroci un rumoroso anelito