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libro iii. 183

     Accorgimenti, e il farmaco possente
     1520Ne mostrò. Di lor tutti Ida si trasse
     Solo in disparte a morder bile: allegri
     Gli altri, poi che cessò l’ombra di notte
     Il travagliar, cura di sè ciascuno
     Tranquillamente prese. All’alba poi
     1525Due mandaron de’ loro al sire Eeta
     L’inchiesta a far della sementa: il prode
     Battaglier Telamone, e di Mercurio
     L’inclito figlio Etàlide. Lor via
     Compieano quelli, e non fallìan d’effetto,
     1530Chè ad essi Eeta i perigliosi denti
     Diè del dragon che della Marzia fonte
     Era custode nell’Ogigia Tebe,
     E Cadmo l’uccidea quando là venne
     D’Europa in cerca, e vi fermò sua sede,
     1535Scòrto dalla giovenca a lui per guida
     Prenunziata da Febo. Al drago estinto
     Dalle mascelle la Tritonia diva
     Svelse i denti, e li diè parte ad Eeta,
     E parte in dono all’uccisore. E Cadmo
     1540Disseminolli negli Aonii campi,
     E un terrigeno popolo fondava
     Di quei che la mietente asta di Marte
     Lasciò viventi. Ed or buon grado Eeta
     Gli altri diè per Giason, cui non avvisa
     1545Che, se a’ tauri pur anche il giogo imponga,
     Trar possa poi la grande impresa a fine.
Già il Sol da lunge declinando a sera