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libro iii. 179

     Scampando, in Grecia avvien ch’io torni, e ad altra
     Prova maggior non mi condanni Eeta.
     Or se intender di mia patria t’è caro,
     1410Dirò; chè molto anco ha di ciò diletto
     L’animo mio. D’eccelsi monti intorno
     Evvi cinta una terra, assai di greggi
     E di paschi abbondante, ove già tempo
     Il Giapetide Prometèo diè vita
     1415Al buon Deucalione, il qual fu primo
     Fondator di città, di templi ai numi,
     E fra le genti regnator primiero.
     I vicini abitanti han la contrada
     Nomato Emonia: evvi Saolco in essa,
     1420Mia patria, ed altre assai città che il nome
     Pur dell’isola Eea mai non udîro.
     Fama egli è che di là ne’ prischi tempi
     Minia di stirpe Eòlide partito,
     Orcòmeno fondalo ha su ’l confine
     1425De’ Cadmei.... Ma parlando a che vo indarno
     Di queste cose, e della patria nostra,
     E dell’illustre di Minosse figlia,
     Dell’amabil donzella, onde m’inchiedi,
     A cui dato le genti orrevol nome
     1430Han d’Arïanna? Oh come allor Minosse
     Per la fanciulla con Teséo convenne,
     Così amico a noi fosse il padre tuo!
Di sì dolci parole ei la blandìa,
     Ma pensieri tristissimi d’affanno
     1435Pungeanle il cuore; e dolorosa a lui