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libro iii. 167

     Le rinvennero a mente: i bei diletti
     Ripensò, che a’ viventi allegran l’alma;
     Ripensò delle pari a lei donzelle
     La gioconda letizia; e in sua ragione
     1070D’ogni cosa avvisando il vero aspetto,
     Le si fe’ più di pria dolce a vedere
     Del Sol la luce; e di pensier mutata
     Per voler di Giunon, l’arca si toglie
     Giù da’ ginocchi, e più non pende incerta
     1075Fra’ diversi consigli. Or sol desìa
     Che presto appaja la risorta aurora,
     Perchè i promessi farmachi ammansanti
     A lui dar possa, e conversar con lui.
     Della porta i serrami ad ogni istante
     1080Dischiudeva a spiar se lume appare;
     Ed ecco alfin la cara luce ad essa
     Vibra l’aurora, e per città già tutti
     Muovono l’opre a ripigliar del giorno.
Argo allora a’ fratelli impose quivi
     1085Sostarsi ad esplorar la mente e gli atti
     Della giovane zia, mentre ch’ei solo
     Fa ritorno al naviglio; ed ella appena
     Vide il cielo albeggiar, le bionde chiome
     Da sè stessa annodò, che giù disciolte
     1090Neglettamente erravano; si terse
     Le gote arsicce di rasciutto pianto,
     Ed unguento nettarëo cosparse
     Su la persona; indi un bel peplo indossa,
     Cui ben adunchi ornan fermagli; e un candido