Letal veleno.... Ah! ma ludibrio e strazio
Faran di me, se così muojo, e tutta
Risuonar lungi la città di tale 1040S’udrà mio caso; ed in lor bocche a gara
Me le Colchiche donne rimestando,
Mi daran turpe biasmo: Or ve’ costei
Che per tanto curar d’uomo straniero
Morì; costei che ad impudico impulso 1045Cesse, e la casa ed i parenti suoi
Contaminò. Qual non sarà la mia
Ignominia! Oh me lassa! Oh trista sorte!
Meglio, sì, meglio è in questa notte istessa
Chiusa in mia stanza abbandonar la vita 1050Fuor d’ogni altrui sospetto, e fuggir tutte
Obbrobrïose accuse anzi che tali
Vergognose a far prenda opre nefande.
Mosse a pigliar, così dicendo, un’arca,
In cui farmachi molti e salutari 1055E mortiferi accoglie; e sui ginocchi
La si reca, e sospira, e bagna il seno
Di lagrime che in copia ed incessanti
Giù le scorrean, per lo dolor che l’ange
Della propria sua morte. E ben volea 1060Scerre a ingojar de’ più possenti toschi,
E per trarneli fuor già dello scrigno
I legami sciogliea; ma di repente
Un brivido d’orror del päuroso
Orco l’assalse, e attonita ristè. 1065Tutte allor della vita le dolcezze