Ben talor la parola insù la punta 895Le sorgea della lingua, e tosto poi
Giù scorreale nel petto. Anco sovente
Movea bramosa di parlar le labbra,
Ma fuor la voce non uscìa. Sospinta
Dalla forza d’amor pur finalmente 900Tali ad arte proferse infinti accenti:
Calcìope, a me per li tuoi figli in pena
L’animo sta, che non li uccida insieme
Con que’ stranieri il genitor; sì tristi
Sogni vid’io, mentre testè sopita 905Breve sonno m’avea. Deh un qualche dio
Li mandi a vuoto, e che tu mai non abbi
Tal dolore a provar per li tuoi figli!
Così la suora ella venìa tentando,
Se primiera volea chiederle aita 910A’ figli suoi. L’altra, che in grave angoscia
L’animo immerso avea per la temenza
Di ciò che udìa, così rispose a lei:
E anch’io tutti agitai questi pensieri,
E venni a te, se consultarne insieme, 915E recar tu ne vogli alcun soccorso.
Ma per la Terra e per lo Ciel mi giura
Che quant’io ti dirò, terrai nel petto
Ben chiuso, ed opra a mio favor farai.
Ah! per gli dei te n’ prego, e per te stessa, 920E per li genitori, ah! ch’io non vegga
I figli miei da strazio miserando
Perir disfatti; — o morta anch’io co’ figli