Lo stranier sobbarcarsi all’alta impresa,
Non già venuto alla città d’Eeta 810Per asportarne del monton la pelle,
Ma sì per trarne alle sue patrie case
Lei per propria consorte. Anco le parve
Ch’ella stessa de’ tori agevolmente
Il conflitto vincea, ma la promessa 815Non le atteneano i genitori suoi,
Chè non ad essa l’aggiogar que’ tori,
Ma proposto era a quello. Indi una lite
Sorgea fra il padre e gli stranieri, e lei
Ambe le parti arbitra fêan di scerre 820Quel che all’animo suo fosse più grato.
Scelse essa tosto il forestier garzone,
Abbandonando i genitori, ond’essi
Ne sentîr gran dolore, e un alto grido
Miser di sdegno. A quel clamore il sonno 825Le fuggì: scossa sobbalzò per tema;
Girò attoniti gli occhi intorno intorno
Alle pareti della stanza, e a stento
Raccogliendo gli spirti, in meste voci
Poi querelossi. Oh me misera! Oh come 830M’atterrîr tristi sogni! Ah ch’io pavento
Questa venuta degli eroi non porti
Forse qualche gran male. In me sospesi
Stan per quello straniero il cuor, la mente.
Tolga ei lungi di qua, sposa si tolga 835Nel popol suo qualche donzella Achea;
Vergin serbarmi a me fia caro, e il tetto