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154 argonautica.

     695Ecate finamente insegnò l’arte
     Di farmachi temprar quanti la terra,
     Quanti l’acqua produce; ed ella attuta
     L’ardor con essi del potente foco,
     E de’ rapidi fiumi arresta il corso,
     700E delle stelle e della sacra luna
     Ferma le vie.... Di lei lungo il cammino
     Nel tornar dalla reggia mi sovvenne,
     Se la madre di noi, ch’è a lei sorella,
     Süader la potesse a darne aita
     705Nel gran cimento. Or s’anco a voi ciò piace,
     Oggi stesso io là torno a farne prova.
     Forse che fausta avrommi in ciò la sorte.
Tacque a tanto, e gli dei mandaron tosto
     Del lor favore un segno. Una colomba
     710Che trepidante uno sparvier fuggìa,
     D’alto a cader venne a Giasone in grembo,
     Mentre che lo sparviero insù l’aplustre
     Della nave cascò. Mopso all’istante
     Profeteggiando in questo dir proruppe:
     715Amici, a voi questo segnal mandato
     È dalla mente degli dei; nè meglio
     Interpretar si può, che la donzella
     Con preghiera doversi, e studio ed arte
     A noi render propizia. E non avversa,
     720Cred’io, sarà, se disse il ver Finéo,
     Che starà da Ciprigna il tornar nostro.
     Or ecco, il mite e caro augel di lei
     S’è da morte sottratto. Oh ciò n’avvenga,