Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/173


libro iii. 147

     Non vi togliete, e fuor di questa terra
     495Non ite ancor co’ tradimenti vostri,
     Pria che in mal punto e l’aureo Vello e Frisso
     Per voi si vegga? Eh non di Grecia insieme
     Voi per lo Vello or ne venite a Colco,
     Ma per lo scettro mio, per la regale
     500Mia potestà. Che se toccato ancora
     Voi non aveste l’ospital mia mensa,
     Ben io le lingue e di ciascun mozzando
     Ambe le man, via vi farei con soli
     I piè tornar, sì che impediti foste
     505Di tentar nuovo assalto: in sì reo modo
     Mentiste ancora agl’immortali dei.
Così acerbo parlò. D’ira nel petto
     S’enfiò d’Eaco il figliuolo, e ricambiargli
     Volea fiere parole; ma il ritenne
     510Giason, che primo a lui blando rispose:
     Deh prendi, Eeta, il venir nostro in pace!
     Noi nè alla tua città, nè alla tua reggia
     A talento veniam, qual forse credi,
     O per rea cupidigia. E chi vorrebbe
     515Per acquisto stranier di tanto mare
     Varcar la turgid’onda? Il mio destino
     E il comando crudel d’empio tiranno
     Qua m’han compulso. Il tuo favor concedi
     A chi te n’ prega. Io per la Grecia tutta
     520Porterò di te bella immortal fama;
     E a renderti con l’armi anche siam presti
     Di favor contraccambio, o sia che i fieri