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146 | argonautica. |
Da me narrar che tuoi fieri nemici
I Sauròmati sono, ed ei promette
470Soggiogarli al tuo scettro. Or se tu brami
Saper di questi e nome e schiatta, io piena
Contezza te ’n darò. Quest’uomo, a cui
S’aggiunsero compagni i più prestanti
Prenci di Grecia, egli è Giason nomato,1
475Figlio d’Esòn Cretide. Or di Cretèo
Nipote essendo, egli è cugin paterno
Anco di noi, però che d’Eolo nati
Cretèo fûro e Atamante, e Frisso nato
Fu d’Atamante Eòlide. Se udisti
480Che v’ha del Sole un altro figlio, il vedi:
È questi Augèa. D’Eaco divin quest’altro,
Telamon, nacque; e Giove stesso il padre
D’Eaco si fu. Quanti altri poi con questi
Vengon compagni al navigar, son tutti
485Figli e nipoti agl’immortali dei.
Tal fu d’Argo il discorso. Il re di sdegno
In udirlo s’accese, e gonfi d’ira
Gli si fêro i precordii, e gli rispose
Crucciosamente, di Calcìope a’ figli
490Irato più, poi che da lor condotti
Venir gli altri credea. Di sotto al ciglio
Lampeggiavano gli occhi all’iracondo:
Perfidi! tosto alla mia vista innanzi
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Var. ai v. 472-474. Contezza te n’ darò. Questo degli altri
Si fêr compagni, egli è Giason nomato,
Capo, a cui della Grecia i più prestanti