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libro iii. | 139 |
E sopra alzarvi un tumulo; ma involte
In crudi cuoi bovini insù le piante
275Le appendon fuor della città. Ma eguale
Ha con l’aria sua parte anche la terra.
Perocchè nella terra ai femminili
Corpi dan tomba. E tale è quivi il rito.
Procedean quelli, e sicurtade ad essi
280Giuno amica provvide, un aere bujo
Spargendo per città, sì che non visti1
Dal numeroso popolo alle case
Giungessero d’Eeta; e poi che posto
Ebber piè nella reggia, immantinente
285Sgombrò Giuno la nebbia. E pria sostáti
All’ingresso guardâr meravigliosi
Quel regale recinto e l’ample porte
E le colonne in lungo ordine erette
In giro a’ muri, e all’edificio in alto
290Su triglifi di bronzo una corona
Di marmorea cornice. Oltre alla soglia
Passâr poi pianamente, appresso a cui
Viti di verdi pampini coperte
Salìan floride in alto, e quattro al basso
295V’eran fonti perenni che Vulcano
Scavate avea: l’una di latte, e l’altra
Scorrea di vino, e conducea fragrante
Olio la terza, e tal la quarta un’acqua
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Var. ai v. 279-281. Procedean quelli, e sicurtà l’amica
Sparse nella città, sì che non visti
Giuno a lor provvedendo, un aere bujo