Del mal talento suo, consulteremo 245Se commetter battaglia, o se più giovi
Sceglier, l’armi astenendo, altro partito.
Ma ciò ch’è suo non gli si tolga a forza
Pria di tentar con la parola. Il meglio
Fia con blando discorso appresentarsi: 250Ciò che la forza a stento ottien, sovente
L’ottien di lieve il ragionar, molcendo
Gli animi ad uopo. E persüaso Eeta
Dal ragionar già quel buon Frisso accolse,
Che alle trame sfuggia della madrigna, 255Ed al cultro del padre. Anco il più audace
Uom d’ogni uomo, e il più tristo, i santi dritti
Pur di Giove ospitale osserva e cole.
Così disse; e al suo dir plausero tutti
Di pien conserto, e non pur v’ebbe un solo 260Che avvisasse altramente. Allor di Frisso
Ei tolse i figli a seguitarlo, e i due,
Telamone ed Augéa; quindi lo scettro
Impugnò di Mercurio, e dalla nave
S’avviâr di quell’acque in fra le canne 265Verso la terra, e un rilevante campo
Attinsero, che il nome ha di Circeo.
Quivi di molti e tamarischi e salci
Crescono in file, e di lor vette pendono
A una fune legati estinti corpi; 270Poi che sacro divieto è ancor fra’ Colchi
Arder de’ maschi le defunte salme
Su accesa pira, e nè comporle in terra,