20Intentata lasciar prova nessuna.1
E Minerva a rincontro: Anch’io volgendo
Vo in mente, anch’io, quel di che viva inchiesta,
Giuno, mi fai; ma non avviso ancora
Aver tale una fraude imaginata, 25Che lor giovi all’intento; e sì di molti
Già fra me pensamenti andai librando.
Tacque, ed ambe alla terra affisser gli occhi
Nanti a’ lor piè, nell’animo diversi
Agitando consigli. Ed ecco a un tratto 30Giuno uscir risoluta in questi accenti:
Tosto a Venere andiamo: entrambe a lei
Ressa farem che il proprio figlio induca
Co’ suoi dardi a ferir la malïarda
Figlia d’Eeta, e per Giason di forte 35Desio scaldarla. Io mi prometto allora
Che dall’arti di lei scorto l’eroe
Riporterà reduce a Grecia il Vello.
Tanto ella disse, ed a Minerva piacque
La sagace pensata; e di rimando 40Queste blande parole a lei rendea:
Giuno, me in vero il genitor produsse
De’ colui colpi ignara, e nullo impulso2
D’amoroso desio mai non conobbi;
Pur se a te ciò gradisce, ed io ti sieguo; 45Ma innanzi a lei tu parlerai di questo.3
↑Var. al v. 20. Non preterir prova nessuna all’uopo.
↑Var. al v. 42. De’ colpi ignara di colui, nè impulso
↑Var. al v. 45. Ma tu alla dea favellerai di questo.