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LIBRO III.
Ora deh tu m’assisti, Érato, e dimmi
Come a Jolco Giason, mercè l’amore
Di Medea, recò il Vello. E tu sortisti
Pur le parti di Venere, e le intatte
5Vergini con le tue dolci lusinghe
Intenerisci onde amoroso hai nome.
Così tra folte canne inosservati
Stavano ascosi i Greci eroi; ma Giuno
Ben li scòrse, e Minerva; e fuor del guardo
10Pur di Giove e degli altri eterni dei
Venute insieme ad appartata stanza
Tenean consulta. E Giuno incominciando
Tentò Minerva. Or tu primiera (disse)
Apri, o figlia di Giove, il tuo consiglio.
15Che far si dee? Forse che fraude alcuna
Tu ordirai, con che via portin d’Eeta
L’aureo Vello gli Elleni? O persuaso
Forse il faran con lusinghieri accenti?
Fiero, superbo è quegli assai; ma vuolsi
Bellotti. | 9 |