Fecer coperchio. E come scoppia un fiero
Clamor nel campo allor che squadre ostili
Irrompono a battaglia, un tal di grida
Fragor levossi dalla nave all’aere; 1445Nè augel videro più; chè all’appressarsi
A quell’isola i Minii insù gli scudi
Percosser forte, e di repente in fuga
Di qua, di là quell’infinito stormo
Via ne volò; se non che al par di quando 1450Giove fa un nembo di gragnuola spessa
Piombar della città sovra le case,
E gli abitanti l’odono su i tetti
Crepitante saltar, ma stan sicuri,
Perocchè non li colse improvveduti 1455L’aspra intemperie, e la magion munita
Han di salda coperta; una di penne
Fitta grandin così su i naviganti
Scagliâr giù quegli augelli, alto volando
Di là dal mare alle montagne opposte. 1460Ma qual ebbe Finéo mente di quivi
Far lo stuolo approdar? Qual pro venirne
All’intento dovea de’ Greci eroi?
Di Frisso i figli in Colchico naviglio
Fêan, d’Ea partiti e da quel sire Eeta, 1465Alla città d’Orcómeno viaggio,
Per le ingenti ricchezze ivi raccôrre
Del padre lor, che avea, morendo, ad essi
Di ciò fatto comando. E già quel giorno
Eran presso a quell’isola pur giunti,