1355Tosto che il grembo alleviâr le donne
I mariti s’allettano, e rinvolti
Di fasce il capo fan gemiti e omei;
E quelle a lor di confortevol cibo
Porgon ristoro, e apprestano i lavacri 1360Puerperali. Il sacro monte poi
E il paese passâr, dove fra balze
I Mossinéci han le mossìne a stanza,
D’onde traggono il nome. E leggi ed usi
Da ogni gente han diversi. Atto che altrove 1365Far del popolo in mezzo, in mezzo al foro
Lice palesemente, entro lor case
Ei fanno occulti, e quanto in chiuse stanze
Opriamo noi, fuor senza biasmo ei tutto
Fanno all’aperto nelle vie frequenti, 1370Nè pubblico pudor vela del letto
Le lascive opre, e come ciacchi in branco,
Nulla pur de’ presenti vergognando
Stesi giù su ’l terren mesconsi insieme
Con le donne in amore. Il re sedendo 1375In altissima torre imparte a tutti
Giusta ragione, e se dal retto un punto
Pur devìa, sciagurato! entro il rinchiudono
In quel dì stesso, e il fan perir di fame.
Già in là trascorsi, e giunti incontro ormai 1380Sono di Marte all’isola, co’ remi
Tutto il giorno attendendo a fender l’onda,
Perocchè del mattin la facil’aura
Più non soffiava. Ed ecco in alto correre